In questo sistema la tenuta della parte facciale dello strato in fase di posa viene garantita da un sistema “a recupero” che spieghiamo
Posa del cassero mobile.
Il cassero mobile è costituito da 3 supporti metallici a sezione quadrata costituiti dal ferro di posa, dal ferro di paramento e dal ferro di congiunzione. Il ferro di paramento e di congiunzione sono caratterizzati da snodi che ne permettono la sistemazione in base all’inclinazione da dare al paramento della terra rinforzata. Una tavola in legno ancorata ai ferri di paramento costituisce l’elemento rigido di tenuta dei terreni in fase di posa.
Elemento antierosione a paramento. E’ un prodotto da posare per evitare fenomeni erosivi nella facciata a vista. Per svolgere questa funzione, è possibile installare : o una rete in fibra naturale (juta, cocco, paglia o paglia/cocco) o una rete in poliestere (PET) a maglia fine 2.5mm x 2.5mm nera o color verde o, come spessissimo consigliamo, un telo tessuto o non tessuto in PP (polipropilene) nelle varie tonalità offerte in commercio, definito telo pacciamante o telo antiradice.
Geogriglia di rinforzo. E’ l’elemento strutturale del sistema. Nelle terre rinforzate che noi realizziamo, preferiamo utilizzare geogriglie di rinforzo a maglia quadrata 2cm x 2cm in poliestere (PET). Nel disegno a lato la geogriglia l’abbiamo rappresentata stilizzata. Qualora le terre rinforzate siano realizzate con terreni stabilizzati a calce o cemento, utilizziamo, nel rispetto dei pareri tecnici in materia, geogriglie in polivinilalcol (PVA).
Si passa poi alla posa di terreno di riempimento che viene eseguita in due passate (da 30-35cm ciascuna) costipate con mezzi meccanici idonei. Molta cura ed attenzione per la costipazione va tenuta nella zona della facciata, dato che la casseratura poi viene sfilata e soltanto la geogriglia di rinforzo (che è flessibile) lavorerà per il trattenimento dei terreni.
Posato il terreno di riempimento si richiudono sia la geogriglia che l’elemento antierosione lasciato esternamente alla casseratura. La chiusura sarebbe da effettuare principalmente a forma di “ZETA” in sezione, per evitare fenomeni di sfilamento. Quindi un risvolto da 1.5m per la geogriglia è da considerarsi minimo.
La realizzazione dello strato si conclude con lo sfilamento della casseratura mobile o “a recuperare”. Questa vie poi riutilizzata per l’esecuzione dello strato superiore.
La tecnica in questione porta una diminuizione dell’incidenza materiali (cassero a perdere assente), tuttavia necessita di un aggravio di spese di mano d’opera, per cui si consiglia di sentire l’impresa che realizzerà le terre rinforzate.
Un secondo aspetto peculiare della tecnica è la mancanza dell’elemento rigido di paramento. Sarà pertanto necessaria una grande cura nella costipazione, specie se si utilizzano materiali argilloso/limosi come terreni di riempimento per evitare potenziali spanciamenti. Sarebbero infatti preferibili terreni di riempimento granulari (sabbie/ghiaie) o misto granulari o addirittura stabilizzati cemento o calce (se si dispone solo di materiali argillosi). Tale aspetto potrebbe però portare ad un aggravio dei costi generali di realizzazione.
Si fa largo uso di questa tecnica per realizzare le parti interne dei rilevati di piede discarica (le membrane evitano il contatto con il ferro dei casseri a perdere)